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Per poter appurare evidentemente la verità dagli errori finora commessi dai molti interpreti della Divina Commedia, per corollario, e quasi per sintesi del conto fatto nel calendario, propongo la seguente tabella sinottica comparativa della Luna, come fu fatta erroneamente nel calendario ecclesiastico del 1300, e della Luna come si dovea fare secondo le vere fasi lunari:

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Il Fraticelli fa che entrino i due poeti Virgilio e Dante nell' inferno la sera del venerdì santo 25 marzo; e che il giorno colla notte della domenica di pasqua lo abbiano impiegato nel fare il viaggio sotterraneo ed ascoso che mena dal centro all' altro emisfero. Non è verosimile, perchè vedremo che Dante dice essere stato la pasqua sulla spiaggia della marina al purgatorio, e che la pasqua cadeva ai 10 di aprile. Il vedremo appresso. Adunque il venerdì

santo non fu ai 25 di marzo, ma fu agli 8 di aprile.

Anche il sig. ab. Brunone Bianchi stabilisce col plenilunio di marzo ai 25 di marzo l' epoca del viaggio di Dante, tre mesi appunto dopo il natale. Vedi Purg. canto 2.° vers. 98. Anche il sig. Tommaseo sta con questa opinione; anzi dice che ai 25 di marzo era Dante con Casella, che gli diceva che da tre mesi era passato il natale, cioè l'apertura del giubileo. Peggio!

Il benemerito Fm. Torricelli fa entrare Dante nella porta infernale la sera del lunedì santo, onde la luna tonda del plenilunio fa essersi cominciata la notte susseguente alla domenica delle palme, ed il giorno del lunedì santo fa essersi compiuta la luna XIV, e fa essere stato, colla luna vera, il venerdì santo; ma colla luna ecclesiastica nominale era luna X martii feria 2 hebdomadae maioris. Così era la faccenda, e per correggere il calendario, che contava quattro lune di più, sarebbe stato da computare e da recitare non già die quarta aprilis feria 2. luna X, ma die octava aprilis feria 2.a luna XIV. La pasqua per altro sarebbesi celebrata egualmente trasportandola dal lunedì alla seguente domenica 10 aprile. Così fu fatto a correggere il calendario da papa Gregorio XIII, quando il calendario errava nel 1582 di dieci giorni: onde per levarne l'errore, nel dì 4 ottobre fu dovuto annunziare il giorno seguente non quinta, sed decima quinta octobris.

Il P. Ponta, ed il dott. Pietro Guerra fanno essere Dante nella selva colla luna tonda la notte

in secundis vespéris del sabato di passione (2 aprile), e la domenica appresso palmarum col plenilunio lo fanno star nella valle con Virgilio, e la sera lo fanno entrare all' inferno. Adunque il plenilunio fanno cominciarsi la notte del sabato di passione (2 aprile), e compirsi il dì delle palme (3 aprile). Ciò non è vero, come apparisce dalla mia tavola comparativa sinottica. Nella domenica palmarum a dì 3 aprile la luna nominale era IX, e la luna vera era XIII, non XIV. Al sabato poi di passione la luna era ai secondi vespri, tra la luna vera XII e XIII, non altrimenti tra la XIII e XIV.

Si ingannano poi questi autori tutti egualmente nel pigliare in servigio del viaggio dantesco le lune vere, e non le nominali, dicendo che per es. entrò per la porta infernale la sera del lunedì santo col terminare del plenilunio: anzi che voler dire, e dicendo con verità, che il poeta entrò per la porta infernale la sera del venerdì santo sul terminare del suo plenilunio nominale ecclesiastico; e dicendo questi autori altresì che il poeta ha cominciato il suo viaggio ai 3, o ai 4 di aprile; anzi che la sera dagli 8 a 9 di aprile; dal venerdì santo sera al sabato santo, la qual cosa è vera, e non l'altra.

I nostri autori ammettono che la pasqua nel 1300 era a dì 10 aprile, ed ammettono ancora che dall'inferno è uscito nel purgatorio il giorno di pasqua, e trovavasi di pasqua alle falde del monte ; come dunque faranno a far partir per l'inferno il poeta o la domenica delle palme (3 aprile), od il lunedì santo (4 aprile), e farlo uscir dall'inferno pel purgatorio la pasqua a dì 10 aprile? Una settimana

far impiegare al poeta nel solo viaggio infernale! Nè il Torricelli, nè il P. Ponta, nè il Guerra non intendono certo di ammettere una tal conseguenza, la quale pur vien necessaria dalla loro premessa, se veramente Dante dice essere stato alle falde del monte del purgatorio nel giorno di pasqua, e precisamente a dì 10 aprile.

Non può negarsi da nessuno che Dante fa essere il plenilunio la notte che egli si trovò nella selva, e che il giorno appresso fu il venerdì santo, secondo lui, al cui tramontare del Sole si mise il poeta con Virgilio per la porta infernale alla visita dell' inferno. Va bene confessare e mostrare la verità testuale, che male intesa, è l'origine degli errori presi fin qui dagli interpreti. Spiegherò il vero senso del testo a suo luogo, ma intanto leggiamo • Dante nei passi che fanno il plenilunio quando il poeta fu nella selva la notte, e nel giorno seguente del venerdì santo.

E già ier notte fu la luna tonda,

Ben ten dee ricordar, che non ti nocque

(anzi ti giovo)

Alcuna volta per la selva fonda.

Inferni cap. XX, 27.

Alludesi qua alla notte che egli passò nella selva, la quale il poeta chiama

La notte ch' io passai con tanta pieta,

la notte dal giovedì santo al venerdì santo. Al capo

XX Inferni era Dante sul fine della IV bolgia infernale, e sull'orizzonte di Gerusalemme era levato il Sole, ed era già la mattina del sabato santo, quando furono dette queste parole:

E già ier notte fu la luna tonda.

Anzi bisogna osservare che Virgilio prima di questo verso avea detto a Dante così:

Ma vienne omai, che già tiene il confine
D'ambedue gli emisferi, e tocca l'onda
Sotto Sibilia Caino e le spine (1).

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Per le quali parole vuole il poeta significare che il Sole s' appressava all' orizzonte nostro orientale poscia che la Luna, che gli era opposita nel suo plenilunio, s'appressava all' altro orizzonte antipodo occidentale. Ma col verso seguente:

E già ier notte fu la luna tonda

soggiunge benissimo che ieri notte fu veramente la opposizione perfetta del Sole colla Luna. Ier notte dunque toccando la Luna l'orizzonte occidentale da sera, anche il Sole avrebbe reciprocamente toccato l'orizzonte orientale da mattina; ma oggi l' opposizione è la prossima alla perfetta, non è la perfetta, onde se oggi la Luna tocca l'orizzonte da sera, il

(1) La luna.

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