Mémoires de l'Académie impériale des sciences, littérature et beaux-arts de Turin, ÇáãÌáÏ 17Imprimerie de l'Académie impériale des sciences, 1809 |
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ÇáÕÝÍÉ 285 - Il est un heureux choix de mots harmonieux. Fuyez des mauvais sons le concours odieux : Le vers le mieux rempli, la plus noble pensée Ne peut plaire à l'esprit, quand l'oreille est blessée.þ
ÇáÕÝÍÉ 290 - ... faut dans tous les arts se donner bien de garde de ces définitions trompeuses , par lesquelles nous osons exclure toutes les beautés qui nous sont inconnues, ou que la coutume ne nous a point encore rendues familières.þ
ÇáÕÝÍÉ 601 - Addio, sacre rovine: allor che polvere di voi non resti, gli obelischi e gli archi, opra di noi, di questa polve andrannosi, pel tempo carchi. E forse andranno vaneggiando i posteri sul secol nostro lezioso e rio. Il disinganno io m'ebbi, ombre terribili, rovine, addio!þ
ÇáÕÝÍÉ 597 - Ombre degli avi, per la notte tacita, al raggio estivo di cadente luna, v'odo fra' sassi diroccati fremere, che il tempo aduna.þ
ÇáÕÝÍÉ 600 - ... e scudo ed anima, e fama e voce. Salve, o sacra rovina; io seguo, e schiudonsi innanzi al lento e traviato passo le doppie torri; io meditando siedomi sul duro sasso. Oh! come brune l'alte cime incurvansi de' larghi muri, ove penetra appena di luna un raggio, che la dubbia e pallida luce qui mena.þ
ÇáÕÝÍÉ 577 - Tu mihi, seu magni superas iam saxa Timavi, sive oram Illyrici legis aequoris (en erit umquam ille dies, mihi cum liceat tua dicere facta? en erit ut liceat totum mihi ferre per orbem sola Sophocleo tua carmina digna cothurno?þ
ÇáÕÝÍÉ 601 - Fors'anco in mezzo a quegli acerbi e bellici costumi indegni, in ricca treccia e bionda la rea consorte d'empie fiamme ardevasi invereconda. Qui sparse, qui le disperate lagrime furor geloso, d'ogni cuor tiranno; quai furo i tradimenti, i colpi, i gemiti, queþ
ÇáÕÝÍÉ 597 - Eccomi al varco: non più altero scopresi, vana difesa della patria sede, il fatai ponte, né alle trombe armigere alzar si vede. Ahi vaste sale! qui gli eroi che furono stavan seduti della mensa in giro; del trovatore qui su cetra armonica s'udia sospiro. Qui sconosciuta la trilustre vergine ignota ai prodi sen vivea secura, e sol ne' sogni palpitava l'anima vivace e pura.þ
ÇáÕÝÍÉ 600 - 1 prode la lorica armigera solca deporre. Qui forse, mentre un molle riso ingenuo la verginella in dolce sogno apria, al bel raggio di luna, occulta e perfida, l'oste venia. Forse da quelle alte finestre videsi entrar talvolta del castello avverso il reo signor, all'empie smanie vindici d'ira converso.þ
ÇáÕÝÍÉ 601 - Fuggiam dalle fatali alte rovine. Raggio di notte, tu la via rischiarami fra sassi e spine. Tutte l'età di variate furono vicende ignote spettatrici alterne: fra stessi affetti le stess'opre sorgono girando eterne. Sol l'alma ardente, che d'intorno cercasi invan la pace e le virtù soavi, in un pensier d'amor tutte rivestene l'ombre degli avi.þ